sabato 17 ottobre 2009
lunedì 12 ottobre 2009
degustibooks, il Trentino e altri spunti
http://www.degustibooks.it/index.php#
deGustiBooks è la rassegna che riunisce produzioni enogastronomiche e libri di qualità; un'occasione di incontro con artigiani del gusto e editori in quattro giorni di degustazioni, incontri con gli autori, food show, presentazioni di libri, laboratori, convegni.La formula, che nelle due precedenti edizioni ha incontrato uno straordinario successo di pubblico e un ottimo consenso da parte degli operatori del settore, prevede un'ampia gamma di possibilità di partecipazione per gli editori, gli enti, le associazioni, le aziende: dalla presenza con i propri prodotti in uno spazio attrezzato e autogestito alla realizzazione di piccoli eventi creati su misura a seconda delle caratteristiche delle produzioni (degustazioni guidate, presentazioni di libri e prodotti, cucina dal vero).
Un amico di SuRiva! ci invia anche due altri riferimenti interessanti, che vi giriamo ringraziandolo per la partecipazione:
una è la libreria Holden di torino (legata alla scuola omonima): http://archiviostorico.corriere.it/2000/novembre/07/Baricco_per_fare_una_buona_co_0_0011077427.shtml
-la seconda è una realta piccolissima e bellissima sull'isola di Stromboli: http://nomadistanziali.wordpress.com/2009/04/26/una-libreria-unisola-un-sogno-un-vulcano/
La storia della libreria di vulcano è bella, e per certi versi risponde ai dubbi sul fatto che Riva e la Busa possano offrire una massa critica sufficiente per sostenere un'iniziativa che sia qualcosa più che commerciale. Un commento interessante di Luca Zanin lo trovate oggi 12 ottobre nel bell'articolo che il Trentino ci dedica nella cronaca di Riva e Arco.
Grazie al Trentino (e anche all'Adige, nei giorni scorsi) dell'incoraggiamento e dell'interesse!
martedì 6 ottobre 2009
lo yeti e le cooperative
Se farete un posto vostro cercate di fare qualcosa che porti a contatto dei
libri anche persone che normalmente non lo fanno: un po' di musica, un baretto,
cucina bio o quant'altro è nelle vostre corde.
Spero prima o poi di ricevere buone e sorprendenti notizie. ciao, Daniele
venerdì 2 ottobre 2009
il comunicato ufficiale!
Un'occasione di incontro positivo e propositivo, quella di ieri sera 1 ottobre alla Biblioteca di Riva del Garda. Il passaparola di un gruppo di amiche è riuscito a riunire più di 60 persone intorno al sentito tema della chiusura della libreria storica della città, e più in generale della realtà culturale locale. La provocazione lanciata era quella di una cooperativa libraria che si concretizzasse, anche solo simbolicamente, grazie a una grande partecipazione dei cittadini, non solo di Riva, ma del Basso Sarca.
Si è trattato di un incontro di liberi cittadini, diversi per età e interessi, ognuno portatore di una idea di spazio per la cultura. Questo infatti è stato chiesto di esprimere durante la serata, una propria visione di un luogo fisico dove scambiare esperienze leggere e profonde, letture e opinioni, libri e ricette, dove raccontarsi e dove ascoltare le parole degli altri.
Già ieri sera Marisa, libraria appassionata di Predazzo, ha raccontato il suo percorso, partito da un sogno cooperativo e arrivato ad essere un'importante riferimento di scambio culturale nella sua zona.
In effetti, dalla serata è emerso forse proprio il bisogno di uno spazio fisico, catalizzatore delle già molte energie in gioco, dove far incontrare i molti vissuti privati per mescolarli nella comunità.
L'idea abbastanza diffusa del sentire comune è dunque una libreria aperta, mescolata al contemporaneo per l'uso di internet, per la possibilità di trovare musica e video, ma anche editoria minore, editoria locale. Al contempo, aperta all'esterno per incontri, cineforum, presentazioni, ospitalità alle associazioni. Insomma, un posto dove raccogliere il fermento che ora sembra scivolare via senza riuscire a concretizzarlo.
Forse una sorta di agenzia culturale, che riesca a mantenere un equilibrio tra pubblico e privato, relazionandosi anche con le amministrazioni e con gli altri operatori culturali, anche di Rovereto e Trento, inserendosi in un circuito più ampio?
E' indispensabile la dicotomia tra spazio commerciale e spazio culturale aperto, o le due realtà possono trovare modo di convivere? Importante è sottolineare la necessità di creare un luogo il più possibile aperto e non elitario, dove chiunque possa fermarsi anche solo per il gusto di sfogliare un libro o sentire l'ultima opinione su un film, o perchè no, anche solo per un caffè e una fetta di torta in un ambiente accogliente.
Le anime erano molte, le idee anche e fortunatamente non è mancata nemmeno la disponibilità a mettersi in gioco in prima persona, chi con idee, chi con il tempo che con la passione e chi anche economicamente.
Nel blog creato per SuRiva!, www.suriva.blogspot.com, sono pubblicati alcuni dei commenti raccolti in serata, e in seguito verrà aggiornato con suggerimenti e commenti che eventualmente chi vorrà potrà aggiungere, inviando una mail a rivadg@gmail.com.
Sul blog verranno poi comunicate le date degli incontri successivi e delle evoluzioni di quest'avventura che ci appassiona.
Le amiche e gli amici di SuRiva!
Loperfido e Panizza sull'Adige per le librerie trentine
da l'Adige 19.09
Le librerie muoiono in totale silenzio
Pino Loperfido
Guardi, sono veramente demoralizzata. Mi arrendo. Chiudo». Questo il commento di una storica libraia di Riva del Garda che dopo anni di onorato servizio è costretta a chiudere i battenti dalla pressione della concorrenza. Stesso destino per la libreria per ragazzi «Il pesciolino d'oro» di Via Roggia Grande a Trento, a soli 24 mesi dall'apertura.
Anche il Trentino, insomma, paga lo scotto della crisi dei consumi, del caro affitti, ma soprattutto dell'avvento dei grandi magazzini del libro, megastore, supermercati e quant'altro. Un vero e proprio valzer degli addii che sta attraversando la nostra Penisola. Le piccole librerie indipendenti stanno chiudendo e, se non chiudono, vengono acquisite dalle grandi catene e riconvertite in megastore, appunto. Il mercato è diventato estremamente aggressivo. Questi «grandi magazzini del libro» possono permettersi sconti incredibili, e i piccoli in questo sistema malato non possono competere. Tuttavia non vogliamo cedere alla tentazione di un luogo comune abbastanza diffuso, secondo il quale le piccole librerie sono posti magici e romantici e i megastore sono volgari, orribili. Luoghi vitali; limitati, ma portati avanti con sapienza artigianale e passione i primi, impersonali e accoglienti come un duty free dell'aeroporto di Singapore i secondi. La verità si colloca certamente nel mezzo. Quasi nel mezzo. Difficile e pericoloso, dunque, generalizzare. Ognuno è comunque libero di preferire la completezza dell'offerta alla competenza e all'esperienza del libraio, i vantaggi di una allettante tessera-punti alla condivisione di una passione, l'aria condizionata alla fascinosa polvere, Faletti e Larsson a Buzzati e Pavese. Il problema, per quanto riguarda la realtà trentina e per tutte le altre isole culturali regionali, è un altro. La scomparsa delle nostre librerie storiche ha una conseguenza devastante: il rischio di portare all'estinzione della cultura locale. O meglio, di privarla del veicolo essenziale affinché essa venga trasmessa alla gente: le librerie. I grandi megastore ospitano malvolentieri i libri locali. I distributori devono sovente fare il diavolo a quattro per convincerli a tenere in vetrina un Gorfer, un Rogger o un Faganello. Stendiamo un velo pietoso sulla competenza di certi commessi, che spesso rispondono alle richieste dei clienti con l'aria di chi non ha ancora capito esattamente cosa diavolo si vende lì dentro. Convincerli a cercar di convincere i responsabili a tenere un libro trentino tra i grattacieli di Camilleri e Brown è un'attività avvilente. Pare insomma di domandare la luna. Facciamo i nostri migliori auguri a tutti i librai che combattono ogni giorno, con tenacia la loro battaglia (compresi certi piccoli franchising che si prendono a cuore i prodotti locali), ma non è difficile prevedere che presto non vi sarà più spazio per una diffusione della cultura trentina. Il libro è il veicolo culturale per eccellenza. È attraverso le pagine di un romanzo o di un saggio storico che si trasmette ai posteri l'identità di un popolo. A fronte di quanto detto, suscita una certa curiosità il silenzio della Provincia autonoma di Trento. Impegnata su fronti molteplici dell'economia a sostenere, foraggiare e incoraggiare le attività più diverse, pare davvero strano che ancora nulla di concreto si sia pensato di fare per arginare la scomparsa delle piccole librerie. Pare fin troppo ovvio quanto bisogno ci sia di una legge che regolamenti il mercato, un po' come avviene in Francia. E la nostra natura di provincia autonoma ci permetterebbe anche di non dover attendere la burocrazia romana prima di fare qualcosa di concreto. Quindi… Sovvenzioni particolari a chi decide di aprire una libreria (soprattutto) di libri trentini, sgravi fiscali, contributi a fondo perduto per il pagamento degli affitti, obbligo per i megastore di destinare un minimo di esposizione ai libri locali, curare la distribuzione regionale ed extra regionale dell'editoria trentina. Le strade per aiutare le piccole librerie indipendenti sono tante e tutte percorribili. Per intanto ci auguriamo che possa sorgere un dibattito e che la Provincia, ovvero l'assessorato alla Cultura possa fornirci delle rassicurazioni. I libri che parlano di noi e della nostra storia siamo noi stessi che aspiriamo all'eternità.
da l'Adige 23.09
Ho letto con molta attenzione ed anche con un senso di gratitudine l'intervento di Pino Loperfido apparso sull'Adige di sabato scorso. L'attenzione nasce dalla profondità dell'analisi e dall'esattezza della diagnosi che l'Autore fa del settore delle librerie in Trentino; la gratitudine emerge da terapie consigliate dallo stesso Loperfido. Terapie che vanno nella direzione degli interventi già messi in atto dal mio assessorato, sulla scorta di quanto emerso da un interessante e proficuo incontro con i rappresentanti dell'Associazione dei Librai trentini, suggerendone altri che verranno esaminati con la dovuta considerazione. La questione fondamentale che Pino Loperfido pone è la necessità di salvaguardare le piccole librerie a conduzione diretta, sia quelle che operano in città sia quelle che lavorano nei piccoli centri. Salvaguardia che deve riconoscere il ruolo sociale che le librerie svolgono per la divulgazione culturale, in particolare per quanto riguarda la produzione editoriale locale. Le misure che Loperfido propone, per la verità, mi sembra vadano, più che verso il sostegno alla produzione libraria «trentina», nella direzione dell'aiuto all'impresa, e su questo come assessore alla cultura poco potrò fare, ma porrò la questione all'interno delle sedute di giunta economica. All'Associazione dei Librai ho suggerito alcune proposte e li ho stimolati ad organizzare, garantendo il necessario sostegno economico, iniziative a carattere promozionale, che siano rassegne editoriali, giornate dedicate al libro, serate in biblioteca, incontri a scuola e nei circoli, rubriche o altro. Mi sento anche di ricordare, in aggiunta a quanto già detto dall'Autore dell'editoriale, che il mio assessorato ha già deciso di attivarsi per individuare gli strumenti più idonei sul versante del sostegno ai consumi culturali, tra quali rientra senza alcun dubbio l'acquisto di libri, giornali, ecc., ma anche, ad esempio, la disponibilità dei mezzi di informazione (penso alle rubriche radiofoniche o televisive) e delle strutture pubbliche (biblioteche e sale di pubblica lettura) per la presentazione delle novità editoriali, perché è solo conoscendo un nuovo libro che il potenziale lettore è portato a cercarlo in una libreria per aggiungerlo alla sua collezione. Va detto, peraltro, che il mio assessorato dall'entrata in vigore della legge 12 del 1987 è sempre intervenuto a sostegno dell'offerta editoriale locale attraverso l'acquisto dei volumi editi dalle case editrici trentine e da altri soggetti e per la maggior parte si tratta proprio di libri che trattano argomenti legati alla nostra terra. Questi volumi sono destinati, primariamente, alle biblioteche del Trentino. Per quel che riguarda i consumi culturali, però, sarebbe indispensabile avere un quadro generale di come si muova il consumatore trentino in questo settore (libri, giornali, teatro, cinema, danza, conferenze, ecc.) e sulla base dei dati raccolti decidere quali investimenti effettuare. Faccio un esempio. Se è vero - come purtroppo è - che i trentini leggono poco rispetto ad alcune regioni europee, si tratta di capire come invertire questa tendenza, partendo ad esempio dai giovani. E qui il ruolo delle biblioteche come luoghi di promozione della cultura e della lettura diventa centrale e determinante ed è nella direzione del potenziamento di questa funzione che bisogna muoversi con urgenza e concretezza. È comunque una direzione, questa, che abbiamo già imboccato di concerto con l'intero sistema bibliotecario provinciale. In generale c'è da dire che, seppure in presenza di enunciazioni di principio secondo le quali ad esempio la cultura dev'essere considerata uno dei fattori di sviluppo sia sociale che economico, l'industria culturale (editoria, cinematografia, ecc.) non sembra essere considerata in modo significativo come uno dei settori su cui puntare e investire. Ad esempio il Trentino è sprovvisto, a differenza di quel che avviene in altre regioni tipo la Sicilia, di una legge sull'editoria che permetta a questo settore di affrancarsi dal mercato strettamente locale così come oggi accade. Solo con la nuova legge sulla cultura si è prestato attenzione al settore degli audiovisivi, che in alcune parti d'Italia è uno dei settori su cui si punta maggiormente sul piano dello sviluppo economico (basti pensare che la maggior industria culturale nel mondo è quella legata al cinema e ai prodotti audiovisivi). Ecco perché in Trentino varrebbe la pena di cominciare seriamente a discutere con tutti i «portatori di interesse» in campo librario-editoriale, compreso il mondo della scuola, per concordare una serie di linee di azione comuni che potrebbero sfociare appunto in un organico provvedimento legislativo. Un ultimo interessante spunto emerge dall'articolo dell'Adige quando Pino Loperfido introduce nel ragionamento l'idea che le piccole librerie assolvono, in realtà, non solo il ruolo culturale che è la loro «mission» principale, ma anche una funzione più estesamente sociale, che giustificherebbe un sostegno alla loro attività, in modo non solo da scongiurarne la chiusura, ma addirittura da potenziarne la presenza sul territorio. Siamo nel pieno di quello che giorni fa, rispondendo ad altre sollecitazioni giornalistiche, avevo definitivo «welfare culturale» meritevole di sostegno e di interventi pubblici alla pari di altre forme di assistenza. E che la cultura sia uno dei fattori più importanti e centrali per definire la qualità della vita lo dicono molte e recenti indagini.
Franco Panizza
È Assessore provinciale alla cultura, rapporti europei e cooperazione
60 sogni si sono incontrati
"certo la libreria in coperativa è un sogno, ma sognare fa bene. Comunque un luogo che ci mette in rete, che faccia trasparire l'amore, la passione per la nostra città"
"brave, sognare fa bene, ne abbiamo tutti bisogno. Immagino la Spiaggia degli Olivi gestita dai cittadini come spazio di aggregazione culturale e di divertimento"
"un teatro multifunzionale, aperto anche a chi fa teatro sperimentale, multimediale. Non un contenitore anonimo per pubblici estraniati che acquistano gli spettacoli a scatola chiusa"
"un sogno è il caffè letterario, attività commerciale/sociale unita alla cultura/vendita di libri e manifestazioni collegate"
"aggregazione culturale ma anche di intrattenimento"
"ritorno di proposte di qualità"
"cinema, teatro, libreria, punto d'incontro culturale"
"libreria, cinema, teatro, non mancano manifestazioni ma spazi"
"libreria, cinema, centri di aggregazione. Mi piacerebbe una libreria con un punto di incontro dove si parla di viaggi, si espongono fotografie"
"cineforum, luoghi di aggregazione culturale"
"un piccolo teatro, cinema, una bella libreria, che può servire per incontri culturali, con autore, uno spazio per passare dei bei momenti"
"un cinema, un teatro, una libreria come punto d'incontro e scambio opinioni su autori e letture"
"uno spazio commerciale che possa diventare centro nevralgico di divulgazione culturale, musicale, libraria, artistica"
"teatro, laboratorio di danza, cineforum, booksand coffee...sono solo un'illusa"
"in realtà non ho un'idea precisa, ma sicuramente un luogo fisico dove ci possa essere lo scambio intellettuale, creativo e costruttivo"